A caccia di Caciaratti e Bastnaga

Un tipo di cardo selvatico spinoso (detto caciaratto) nei primi periodi dell’estate diventava preda ambita per i ragazzi che, dopo averli individuati, rompevano le punte delle scarpe per sradicarli con i calci e poi, passato un po’ di tempo a togliere le spine, se li mangiavano con gusto. Tutte le piante, tutti i frutti naturali della montagna erano conosciuti dalla popolazione, ogni donna ed ogni bambino era perfettamente inserito nell’ambiente silvo-pastorale.

Si racconta che, in passato, gli abitanti del territorio di Rocca Santa Maria esplorassero i boschi circostanti in cerca di quello che, al giorno d’oggi, è un tubero quasi dimenticato e difficilissimo da trovare…si tratta della Pastinaca, in dialetto Bastnaga, una strettissima parente della carota. Questo tubero selvatico ha la pelle molto sottile e di color nocciola, la sua polpa è di colore bianco/avorio e ha un sapore molto dolce e fresco. Le sue dimensioni possono variare, il suo peso può oscillare tra quello di una normale carota fino a 3 volte tanto. Un tempo, la pastinaca, veniva consumata tanto quanto ora consumiamo le patate, infatti è perfetta per essere fritta, bollita, abbinata a carni rosse in forma di purea oppure cruda nelle insalate.

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